È ormai da un po’ di anni che voglio andare in Giappone ma ancora l’occasione perfetta non si è presentata. Cresciuto a Pokémon e Dragon Ball, quando il mio amico Giorgio è tornato dal suo anno in Giappone non vedevo l’ora di farmi raccontare tutto. Lui si è innamorato e tramite i suoi racconti speravo di appassionarmi ancor di più. Entrambi presi da mille impegni lavorativi e non, decidiamo di seguire un classico rituale giapponese e vederci in un izakaya, ma a Milano. L’izakaya è il tipico locale nipponico dove, in maniera informale, si beve sakè accompagnato da piatti tradizionali. Ecco quindi che KANPAI, japanese hangout nato da poco più di un annetto, diventa il posto perfetto dove incontrarsi. La cucina è in mano alla chef Jun. Arrivata direttamente da Tokyo, dove è nata e cresciuta nella zona del mercato Tsukiji, cura tutti i suoi piatti prediligendo sempre la stagionalità e la freschezza delle materie prime.

L’APPETITO VIEN MANGIANDO

Il menù, contrariamente a quanto succede in Giappone, offre una scelta limitata di piatti ma a sufficienza per stuzzicare il nostro appetito. Poco dopo aver ricevuto la mia Asahi grande, ecco arrivare il Tataki ribeye, fettine di manzo ribeye servite con mizuna, foglie di shiso, daikon e salsa giapponese. La carne da sola è di un tenere che si scioglie in bocca e accompagnata da tutto il resto crea una festa di sapori nella mia bocca.

In contemporanea, ecco che arriva il Carpaccio del giorno. Il piatto è composto da una tartare di ricciola con okura (okra), avocado e salsa a base di soia e aceto giapponese. La delicatezza della ricciola si sposa perfettamente con la salsa agrodolce, mentre le verdure conferiscono una particolare nota croccante in contrasto con il resto.

Per non farci mancare un grande classico, ordiniamo anche un piatto di Karaage, una frittura di coscette di pollo disossate e marinate allo zenzero, sakè e salsa di soia accompagnate da maionese allo yuzukosho (che vedete nell’immagine sopra sulla destra). Un piatto tanto semplice quanto buono e super indicato per quello che è lo spirito di questo locale. Fate attenzione però perché sono bollenti.

Su consiglio del cameriere, ordiniamo a scatola chiusa un fuori menù che ci arriva per ultimo. Si tratta di sugarello, un pesce azzurro impanato e fritto servito assieme a melanzane e shiso, anch’essi impanati e fritti, accompagnato da una salsina a base di tartara e agrodolce. L’aspetto, come il più classico dei fish & chips, non dice molto, ma aspettate di assaggiarlo in accoppiata con la sua salina e rimarrete a bocca aperta (anche perché pure questo piatto è caldissimo).

Decidiamo di chiudere in bellezza con una doppietta di dolci con un twist orientale. Assaggio per prima la cheesecake, fatta con una base di biscotto, Philadelphia senza lattosio al the verde, panna fresca e caramello liquido. Contrariamente alle aspettative la cheesecake è leggerissima, aggettivo che mai mi sentirei di associare ad un dolce simile. Il Giappone con il suo equilibrio ha saputo prendere un dolce tipicamente pesante e dargli gli stessi connotati di una piuma.

Il secondo è un Roll Cake, fatto di panna fresca avvolta da pan di Spagna al the matcha e cosparso di caramello liquido. Sebbene tutti gli ingredienti sono sicuramente freschissimi e di ottima qualità, il pan di Spagna rimane un po’ troppo secco. Per fortuna aver ordinato un bicchiere di Umeshu Plumtonic (a sinistra nella foto qua sotto), un liquore dolce da fine pasto giapponese, aiuta a finirlo. Tra i due vi consiglio sicuramente la cheesecake.

Per questa volta non abbiamo voluto indugiare in cocktail vari preferendo una birra. La prossima volta però saranno sicuramente da provare. Di questi si occupa Samuele Lissoni, che grazie ai sakè, gin e whisky giapponesi riesce a creare mix che portano in un sorso in Oriente. Vi lascio qua il menù da consultare se siete curiosi.

ATMOSFERA, SERVIZIO E PREZZI

Appena entrati ci accoglie una bottigliera a vista con un sacco di etichette con ideogrammi, perfetta per impostare subito l’atmosfera sul Giappone.

Nella sala principale, delle grosse lanterne rosse si intersecano con luci più classiche in un gioco di colori che conferisce toni caldi ad una sala dalle pareti nere con appesi quadri di vita urbana giapponese.

Ma la vera chicca, forse uno dei motivi per cui venire da KANPAI è un must, sono i bagni. Qua sono state ricreate le insegne che si trovano in metro e stazioni giapponesi, con lo stesso audio che invita i passeggeri a scendere a Tokyo. Fate click sul video per averne un’anteprima.

Nulla da dire sul servizio, impeccabile nei tempi e camerieri precisissimi e preparatissimi nel rispondere alle richieste d’informazioni. Il prezzo rispecchia perfettamente la qualità di quello che si è mangiato, sebbene più caro della media giapponese. Il menù. come già anticipato, è ristretto rispetto al Giappone ma garantisce comunque un variegato ventaglio di proposte tipiche. In totale, per una cena come la nostra, si spendono 43,50€ a testa, coperto e due bottiglie d’acqua inclusi. Se siete curiosi potete sempre consultare il menù aggiornato sul loro sito. Se poi volete prenotare potete farlo anche comodamente tramite WhatsApp al numero (+39) 347 518 8347 o su Quandoo.

INFO

KANPAI
Via Melzo 12, Milano
info@kanpaimilano.com
tel. (+39) 02 3826 9862 | WhatsApp (+39) 347 518 8347
lunedì – giovedì > 19:00 – 1:00 | venerdì – sabato > 19:00 – 2:00 | domenica > chiuso